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Editoriale

Cari insegnanti e colleghi,

un unico raggio di luce attraversa e accomuna le rubriche di questo bimestre: il martirio, cioè la vita sofferta e offerta per una persona o una giusta causa. Dell’Antico Testamento proponiamo il patriarca Giuseppe, vicerè d’Egitto vissuto nel XVII a.C. (Faccio e imparo / Passo Passo) e prefigura di Cristo per la somiglianza di eventi.

Entrambi prediletti del padre, sono stati traditi e venduti dai fratelli (Disegnare la parola) per poi essere ristabiliti (risorti, nel caso di Cristo) in una condizione esistenziale senza paragoni rispetto alla precedente. Avanzando cronologicamente nella Bibbia ci imbattiamo in una donna ebrea, la regina Ester. Questa stella (il primo significato il suo nome) della speranza vissuta circa nel II secolo a.C., rischiò senza esitazioni la sua vita e si nascose (ecco il secondo) fino al momento opportuno per salvare il popolo di Dio dal genocidio cui era votato (Navigare dentro la Bibbia).

Se Giuseppe e Ester sperimentarono il pericolo della morte ingiusta senza imbattervi, a Paolo di Tarso al contrario fu chiesto di consegnare la sua vita nelle mani di Cristo attraverso il martirio (Arte e immagine, Luoghi dello spirito) per decapitazione a Roma. Sostenuta dallo stesso spirito, la richiesta di abiura fatta a Paolo sarà ripetuta un giorno anche a una donna irakena, Khiria (Testimoni): tuttavia, l’amore che essa provava per Cristo superava largamente le minacce di morte che le erano rivolte dai suoi aguzzini. La ragazza che ci accompagna ora al termine di questo bimestre è Malala (LIM), che rischiò la sua vita non per motivi di fede quanto per un ideale: difendere il diritto all’istruzione di tante bambine pakistane che, a causa della povertà in cui versano, sono costrette al lavoro.

Con questo messaggio carico di significato cui noi insegnanti siamo sicuramente sensibili, auguro buon lavoro!
Elisabetta Marchetti